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Quando si avvia un progetto di vendita di succhi naturali, uno dei dubbi iniziali è legato al tempo di conservazione dei succhi e ai processi che saranno necessari per prolungarne la durata. Per capire come funziona la conservazione dei succhi naturali, di seguito vengono spiegati alcuni dei metodi attualmente utilizzati nell'industria.
Per anni, il metodo più comune è stato la pastorizzazione, che consiste nel riscaldare le bevande per un certo periodo di tempo e a una certa temperatura per prolungarne la data di scadenza. Con questo processo si riesce a ridurre i microrganismi presenti negli alimenti a livelli non dannosi per l'uomo. In questo modo, la durata del prodotto può essere prolungata di diversi mesi se l'imbottigliamento avviene in modo asettico. Di conseguenza, il sapore e alcune proprietà del succo vengono influenzate; infatti, alcuni consumatori ritengono che questo trattamento conferisca al succo un sapore cotto.
Attualmente, ci sono alternative di conservazione dei succhi non termiche che non alterano praticamente la qualità organolettica né quella nutrizionale del succo, mantenendolo il più simile possibile al succo naturale. Di seguito, vedremo alcuni di questi processi più approfonditamente.
Questometodo era il piùutilizzatoagliinizidellapastorizzazione. Consiste nel riscaldare il succo a 63-65°C per 20-30 minuti, per poifarloraffreddare lentamente. Potrebberichiedere fino a 24 ore per procedere con l'imbottigliamento, che potrebbeessereasettico o meno. Ad oggi è stato sostituito in quanto modifica eccessivamente il sapore e la qualitàdeisucchi. Attualmente, l'industriaalimentare lo ha sostituito con altrisistemipiùefficaci e che non alterano tanto il sapore.